giovedì 28 novembre 2013

Tipi da piscina #2: Il falso campione

ATTENZIONE: questo post è fatto per ridere!

Rieccoci all'appuntamento in piscina, perchè la balena era solo uno dei tanti tipi che si incontrano andando a nuoto (per chi se la fosse persa e volesse leggere a riguardo, rimando al post Tipi da piscina #1). Ebbene stavolta incontriamo un altro stereotipo assai comune: il falso campione.
Sicuramente l'avrete notato anche voi...

Ebbene, egli arriva dagli spogliatoi tenendo tutto in mano, perchè tecnicamente ha fretta di entrare. L'età ahimè non ha nulla a che vedere con il fisico atletico e muscoloso dei veri agonisti: solitamente è piuttosto avanti negli anni, la tartaruga l'ha lasciata al wwf e la ciccia pure, perchè è magro come un chiodo. Il motivo per cui va in piscina è per ritrovare la tonicità ormai perduta della pelle flaccida degli avambracci e delle gambe. Solitamente maschio, il falso campione poggia tutto sulla panca e anziché tuffarsi in acqua, si sposta in un angolino visibile all'intero complesso di bagnanti e spettatori e olè, inizia a fare stretching. Prima le gambe, poi le braccia, poi il busto. Ma non è contento: dopo quindici minuti cronometrati sul suo orologio subacqueo (e una sprezzante occhiata al grande orologio apposto alla parete perchè solitamente in ritardo o in anticipo rispetto al suo), ecco che inizia con esercizi per il fiato, prima corsa sul posto, poi saltelli, poi piegamenti, poi twist e via dicendo per altri quindici minuti. Finito tutto ciò, dopo ben mezz'ora in cui si suppone che ciò che restava della sua massa muscolare sia abbastanza riscaldata, eccolo prendere la cuffia, gli occhialini e il tappo per il naso e finalmente tuffarsi in acqua. Appena dentro, inizia a far passare tutti quelli che arrivano perchè “ho appena fatto stretching mi serve un attimo di pausa”. Poi appena ha il via libera (sostanzialmente passano altri cinque minuti perchè deve riprendere fiato) afferra la tavoletta e inizia a sgambettare a due all'ora. Arrivato all'altro capo della vasca, sorride, ansima, per poco annega e poi con un “per oggi ho fatto abbastanza”, se ne esce e se ne va.

G.

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