In questa nuova sezione
“Gocce di Memoria” la mia intenzione è quella di raccontare
storie. Storie vere, di vita vissuta, racconti che mi sono stati
tramandati, situazioni in cui persone che camminano in questo mondo
già da un po' o che hanno anche già smesso di camminare si sono
trovate.
A tal motivo, oggi vorrei
raccontarvi del Pippo e la memoria da cui proviene è quella della
mia nonna materna.
Mia nonna aveva 13 anni
quando cominciò la seconda guerra mondiale. È strano constatare
come i suoi ricordi di quel periodo siano nitidi, chiare
cartoline che la sua mente conserva, mentre si dimentica quello che
ha fatto il giorno prima o durante la mattina. Visto poi il periodo
che riguarda, la cosa mi stupisce doppiamente. Ad ogni modo, un
giorno, verso la metà del periodo bellico, lei e sua sorella stavano
andando alla cascina di famiglia per la strada che collegava Milano a
Chiaravalle, un piccolo paesino di campagna appena fuori dalle porte
della grande città. Durante la guerra, quella piccola strada
sembrava essere assai insignificante dal punto di vista strategico,
eppure, ricorda mia nonna, era famosa perchè lì passava “il
Pippo”, un aereoplano che mitragliava chiunque camminasse sulla
via. Era italiano? Tedesco? Americano? Nessuno lo sapeva, e nessuno
che mia nonna conosceva aveva la minima idea di chi fosse costui, che
compariva rombando all'orizzonte, sparava a raffica con la sua
mitraglietta e poi se ne tornava da dove era venuto. L'aereo non
aveva contrassegni e non era presente sempre. Un giorno c'era, quello
dopo no, poi ricompariva e poi spariva per una settimana.
L'imprevidibilità della sua comparsa rendeva difficile stabilire
quando fosse sicuro percorrere la strada e le persone che dovevano
passarci stavano all'erta, motivo per cui, quel giorno d'estate in
cui mia nonna e sua sorella andavano in cascina, il rumore
del Pippo le fece spaventare. Si avvicinava e loro si misero a
correre. La strada è circondata da campi, giusto uno o due alberi
lontanissimi e quindi nessun riparo. Nonna racconta che iniziarono a
correre, ma ovviamente l'aereo era più veloce e quando arrivarono a
tiro iniziò a sparare: che fossero due ragazze non importava; che
non avessero la divisa non era importante; che non imbracciassero
armi non era importante... a quanto pare se avevano la stessa
nazionalità del Pippo non aveva ugualmente importanza. Si salvarono
gettandosi nel fosso al lato della strada. Il Pippo non ripassava mai
due volte a vedere se aveva colpito il bersaglio, quindi si allontanò
per la sua strada, lasciando illese ma spaventate mia nonna e sua
sorella.
La strada tra Milano e Chiaravalle - Oggi
Quando percorro quella
strada oggi, mentre vado a Chiaravalle, mi viene sempre in mente
questa storia, e cerco di immaginarmi come doveva essere all'epoca in
cui mia nonna aveva 15 anni: la strada sterrata, i campi mezzi
devastati dai bombardamenti di Milano, il fumo in lontananza... il
fosso al lato della strada è l'unica cosa che secondo me è rimasta
inalterata. Quel piccolo rivolo che più di settant'anni fa salvò la
vita a mia nonna. Cerco di immaginarmi come ci si sente quando
compare all'orizzonte un aereo che ha intenzione di spararti addosso
chiunque tu sia, senza apparente ragione, e per quanto possieda una
buona immaginazione sono sicura che, non avendo mai sperimentato sulla
mia pelle una cosa del genere (per fortuna ovviamente!), non è lo
stesso che ha provato lei in quel giorno d'estate. Ci sono cose che,
sempre per nostra fortuna, forse non sapremo mai come sono.
G.
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