mercoledì 9 ottobre 2013

Il Pippo

In questa nuova sezione “Gocce di Memoria” la mia intenzione è quella di raccontare storie. Storie vere, di vita vissuta, racconti che mi sono stati tramandati, situazioni in cui persone che camminano in questo mondo già da un po' o che hanno anche già smesso di camminare si sono trovate.
A tal motivo, oggi vorrei raccontarvi del Pippo e la memoria da cui proviene è quella della mia nonna materna. 

 Mia nonna aveva 13 anni quando cominciò la seconda guerra mondiale. È strano constatare come i suoi ricordi di quel periodo siano nitidi, chiare cartoline che la sua mente conserva, mentre si dimentica quello che ha fatto il giorno prima o durante la mattina. Visto poi il periodo che riguarda, la cosa mi stupisce doppiamente. Ad ogni modo, un giorno, verso la metà del periodo bellico, lei e sua sorella stavano andando alla cascina di famiglia per la strada che collegava Milano a Chiaravalle, un piccolo paesino di campagna appena fuori dalle porte della grande città. Durante la guerra, quella piccola strada sembrava essere assai insignificante dal punto di vista strategico, eppure, ricorda mia nonna, era famosa perchè lì passava “il Pippo”, un aereoplano che mitragliava chiunque camminasse sulla via. Era italiano? Tedesco? Americano? Nessuno lo sapeva, e nessuno che mia nonna conosceva aveva la minima idea di chi fosse costui, che compariva rombando all'orizzonte, sparava a raffica con la sua mitraglietta e poi se ne tornava da dove era venuto. L'aereo non aveva contrassegni e non era presente sempre. Un giorno c'era, quello dopo no, poi ricompariva e poi spariva per una settimana. L'imprevidibilità della sua comparsa rendeva difficile stabilire quando fosse sicuro percorrere la strada e le persone che dovevano passarci stavano all'erta, motivo per cui, quel giorno d'estate in cui mia nonna e sua sorella andavano in cascina, il rumore del Pippo le fece spaventare. Si avvicinava e loro si misero a correre. La strada è circondata da campi, giusto uno o due alberi lontanissimi e quindi nessun riparo. Nonna racconta che iniziarono a correre, ma ovviamente l'aereo era più veloce e quando arrivarono a tiro iniziò a sparare: che fossero due ragazze non importava; che non avessero la divisa non era importante; che non imbracciassero armi non era importante... a quanto pare se avevano la stessa nazionalità del Pippo non aveva ugualmente importanza. Si salvarono gettandosi nel fosso al lato della strada. Il Pippo non ripassava mai due volte a vedere se aveva colpito il bersaglio, quindi si allontanò per la sua strada, lasciando illese ma spaventate mia nonna e sua sorella.

La strada tra Milano e Chiaravalle - Oggi

Quando percorro quella strada oggi, mentre vado a Chiaravalle, mi viene sempre in mente questa storia, e cerco di immaginarmi come doveva essere all'epoca in cui mia nonna aveva 15 anni: la strada sterrata, i campi mezzi devastati dai bombardamenti di Milano, il fumo in lontananza... il fosso al lato della strada è l'unica cosa che secondo me è rimasta inalterata. Quel piccolo rivolo che più di settant'anni fa salvò la vita a mia nonna. Cerco di immaginarmi come ci si sente quando compare all'orizzonte un aereo che ha intenzione di spararti addosso chiunque tu sia, senza apparente ragione, e per quanto possieda una buona immaginazione sono sicura che, non avendo mai sperimentato sulla mia pelle una cosa del genere (per fortuna ovviamente!), non è lo stesso che ha provato lei in quel giorno d'estate. Ci sono cose che, sempre per nostra fortuna, forse non sapremo mai come sono.

G.

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